Baudelaire, mon semblable, — mon frère!








L'idiosincrasia o allergia che alcuni provincialotti e furbastri e opportunisti della cultura italiana hanno per la poesia somiglia a quella per la religione... (La religione del mio tempo era la raccolta di uno degli ultimi veri intellettuali italiani); e non intendo la religione come confessione o chiesa ma, etimologicamente, come legame, come ciò a cui sei legato per la vita... E, dunque, s'intende anche il senso religioso (pure di un ateo intelligente), cioè quel livello originale della natura umana per il quale l'uomo si esprime in domande ultime e di senso; domande che per alcuni (anche senza aver letto Wittgenstein o avendolo letto ideologicamente) non hanno alcun senso.
Che senso ha domandare il senso di tutto o delle circostanze minime? Eppure ci viene in soccorso la vecchia ma sempreverde «formuletta» di Tommaso d'Aquino (forse ereditata da altri): la verità come adaequatio rei et intellectus, ovvero come l'accordo tra la cosa e l'immagine che interiormente la riproduce; che, a livello esistenziale, può essere riassunta nell'abitudine a paragonare tutto quel che accade con i desideri del cuore (in senso biblico, come centro dell'affectus e della ragione)... Questa è la vera critica che permette di scremare e di arrivare a un giudizio sulle cose della realtà e della vita...
Altrimenti, si va avanti per inerzia, ciascuno costruendo i propri altarini: alla carriera, al sesso, ai soldi, al proprio potere etc. Ma tutti, più o meno, schiavi del Potere... 
La poesia, la vera poesia ha molto a che fare con queste cose: una volta che dalla pagina cancelli i desideri del cuore e le domande profonde, non resta che la sistemazione estetica, fatta più o meno bene, il sentimentalismo più becero o l'ironia pirlotta; ma si cancella il dramma in cui tutti siamo immersi, quello che Baudelaire soffriva scrivendo I fiori del male... Si cancella il viaggio d'amore di Dante per la sua Beatrice morta o lo struggimento del Petrarca per Laura e i tormenti romantici di Keats e le domande alla luna di Leopardi...     

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